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Il rugby Italiano si scrive la Storia dallo scantinato.

Il calcio in Italia non esiste questa sera. Il calcio in Italia non esiste. Esiste la mafia.

No. Non sto parlando di atteggiamento culturale. Dico Mafia.

Succede che la Nazionale Italiana di Rugby partecipa al Sei Nazioni dal 2000 e viene trasmessa in chiaro dal “terzo polo”. Succede che ‘sta disciplina ha un appeal strepitoso e le femmine impazziscono. Succede che nel Sei Nazioni 2007 la nazionale vince due partite di cui una in Scozia. A questo punto chi guadagna la grana coi grandi eventi si mette in mezzo e saltano fuori i leggendari All Blacks che ti fanno il tutto esaurito a S.Siro e a momenti non ci lasciano le penne subendo uno storico assalto sulla linea dei 5 metri. L’Italrugby entra nella Storia dall’Arco di trionfo itagliano: umilia i mostri tuttineri ma senza la legittimazione arbitrale. Questo è eroico e molto itagliano.

La Mafia reagisce. Si domanda chi se la mangia ‘sta torta e manda certi svergognati pennivendoli in avanscoperta.

Nel frattempo l’oligarchia rugbistica di casa s’interroga sul segreto della ricetta della torta: come vincere coi mostri per convertire una quantità di golosoni del calcio.

Com’è e come non è, due squadroni italiani ingrassati dai soldi della federazione, entrano in Celtic League: il campionato di Irlandesi,Gallesi e Scozzesi. La creme del rugby mondiale, emisfero nord. Il divario è grande in tutti i sensi.

I dettagli li lascio alle riviste specializzate. Ma questa sera c’è il debutto a Treviso: Benetton Treviso vs Llanelli Scarletts. Stadietto Monigo sulla feltrina ore 19.05 di Sabato 04/09/2010.

Ore 18.10 non si trova parcheggio e a malapena qualche biglietto. 15 euro tribuna coperta e 10 tribuna scoperta. Al posto delle curve c’è il bar che spina birre a rotta di collo e offre sidro dello sponsor d’oltremanica. La gente dentro lo stadio si accomoda all’ultimo minuto. Si conoscono tutti e si salutano con le grasse risate di chi ha rischiato la pelle in trincea insieme. Si gira per gli stand del merchandising, del prosecco, del fritto di pesce. Vecchie glorie, mostri sacri, tifosi avversari,femminoni esagerati e perfetti anonimi si mischiano come alla sagra di paese.

Lo speaker parla in italiano e in inglese. A un certo momento attacca un pistolotto commovente rivolto al pubblico: si invita a non fischiare sui calci piazzati, non contestare l’arbitro e applaudire anche le azioni degli avversari….nel vero spirito di questo sport (non facciamoci riconoscere chè siamo entrati dalla porta di servizio).

Lo stadio è esaurito e la gente sta raccogliendo in silenzio le energie per esplodere. Perchè ognuno di noi sa dentro di sé che oggi sarà Storia.

Noi, lì dentro sappiamo come va di solito. Sappiamo quali sono i punti deboli del nostro rugby. E lo sanno meglio di tutti gli avversari.

Treviso parte in bomba. Strano; con la cavalleria leggera, e guadagna subito una punizione che fa rumoreggiare lo stadio incredulo. E poi ruck. Ma sempre coi trequarti. Li possiamo vedere i punti deboli. Durante il riscaldamento loro erano seguiti da 8 allenatori e Treviso da 2. Questi non lasciano niente al caso. Curano ogni minimo dettaglio. Ruck, dunque. Treviso è disciplinata come i carcerati al lavoro in libertà condizionata ma loro sono volponi. Lasciano sempre uno o due buontemponi di là della linea di fuorigioco in maniera di disturbare il mediano trevisano e chi gli gioca vicino. Tanto arbitro non fischia.

Dopo un po’ che i nemici si studiano lanciando solitarie avanguardie contro il muro avversario si cominciano a vedere i punti deboli: condizione fisica, perciò ripiazzamento e stranieri. Già. Sarà un caso ma i mercenari fanno la differenza in negativo. L’apertura Burton indovina un drop e poi ne sparacchia alla cazzo altri due. Non placca nemmeno i morti, passa ai suoi compagni, veri e propri passaggi “crisantemo” (palla e robocop insieme) e gioca al piede alla viva il parroco. Quell’altro fenomeno di De jaeger vede sfuggirgli un avversario. Lo osserva e quando l’altro comincia a planare decide di corrergli inutilmente dietro a 7/8 metri di distanza. Ok. A 15 abbiamo nientepopòdimenochè Luke Mc Lean titolare fisso equiparato della nazionale italiana. Idem come Burton. Risultato: tre mete beccate come polli nei loro tre canali e altro equiparato fuori 10 minuti.

La gente annusa il solito menù: questi ci aspettano e appena vedono il buco entrano senza nemmeno sudare. Ma è festa e all’intervallo si beve e si chiacchera. Un tipo dalla tribuna scende verso la panchina trevisana come in un campo di serie C e ritorna subito dopo: “tranquili; i gà dito che desso ea cambia”. Più di qualcuno lo prende seriamente, ma per il culo.

E invece capolavoro tattico. Il secondo tempo inizia solo con la sostituzione del capitano col suo omologo Pavanello, per infortunio. (sé…ea cambia). Le squadre si studiano ancora ma subito dopo altro cambio: dentro il Dingo, Cittadini, Rouyet e Mozzarella Semenzato. Botes rimane perciò si gioca con 2 mediani, ma Semenzato e il Dingo danno un’accelerazione devastante al match. Ripiazzamenti in attacco e difesa. Ruck al fulmicotone, un paio di rolling maul di quelle che ti fanno sentire un tappetino da cesso. Recupero, pareggio, sorpasso…allungo con piazzato e folla in delirio. Mai sentito tanto casino ad uno stadio di Rugby in Italia. Finisce 34 – 28 e la gente festeggia come non mai per questo sport in questo paese.

Ma chi non c’era non saprà mai nulla. Domani nessun giornale scriverà un rigo. Domani nessuna televisione si farà sfuggire nemmeno un pixel del prato di monigo e figurarsi mezzo decibel della meravigliosa gioia di migliaia di Bambini, Donne e Uomini che erano lì perchè ci hanno creduto in sogno.

Benetton Treviso vs Llanelli Scarlets 34-28.

  1. 5 settembre 2010 alle 3:28 am

    Sprecate il fiato qua con la parola Dahlia. Casomai domandate ai tifosi della Fiorentina…

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